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continua con gli acquistiIl tè è la bevanda più bevuta al mondo, poco meno dell’acqua. Ed è forse tanto antico il suo consumo, quanto lo è quello dell’acqua. Evidenze documentano il suo uso più 5000 anni fa in Cina.
Ed è in Oriente, India del nord est, Myanmar e sud ovest della Cina che si è sviluppata la coltura della Camelia Sinensis, la pianta dalle cui foglie si produce questa preziosa ed antica bevanda.
Attenti il suo valore non è soltanto per noi consumatori, per le ditte che lo esportano o per noi che lo vendiamo. Certo per noi occidentali benestanti è ricco di antiossidanti, di antiinfiammatori, ed in genere di sostanze che aiutano a mantenere il peso corporeo. Insomma, per noi è buono e ricco di benefici. Il suo valore, però, è soprattutto fondamentale per le economie dei paesi che lo producono.
Il suo ciclo produttivo è alla base degli introiti in valuta pregiata di alcuni dei paesi meno fortunati del mondo, è un settore che impiega molta mano d’opera locale e garantisce lavoro e salari in alcune aree remote di paesi disagiati. Garantisce uno sviluppo per alcune aree rurali e ne abbassa il livello di povertà.
Soprattutto per questo le Nazioni Unite hanno deciso di dedicare una giornata al tè: la sua produzione in alcune aree più sfortunate garantisce la diminuzione della povertà, aiuta la manodopera femminile e riduce la fame.
Quello che per noi è un piacere irrinunciabile, per questi paesi rappresenta la soddisfazione di esigenze primarie, primo fra tutti il lavoro e l‘ingresso di valuta pregiata. Ultimo, ma non meno importante, il ruolo che la produzione di tè potrebbe avere nel convincere alcuni paesi a adottare una politica energetica meno aggressiva nei confronti dell’ambiente e del clima, per preservare il delicato equilibrio alla base della sua produzione.